Ero stata lasciata a Novembre del 1999 e consegnai la domanda per la borsa di studio il Gennaio del 2000.
Un pomeriggio di primavera ricevetti la telefonata di un’amica: “Sono uscite le graduatorie, complimenti, vai in Germania!”
Io lo so ciò che vi state chiedendo: Germania? E perché? La gente di solito va a fare l’Erasmus in Spagna, in Francia o magari in Inghilterra. Perché la Germania?
Come perché? È ovvio: perché sono una pazza piena di disturbi e lo sono sempre stata.
Quand’ero ancora una ragazzina col monociglio che frequentava le medie, venni folgorata da un’angelica visione: Boris Becker(*) che giocava a tennis. Il sedere di Boris Becker che vinceva l’Australian Open avvolto in un paio di stretti calzoncini. Gli occhioni blu di Boris Becker che mi fissavano oltre lo schermo facendomi tacite promesse di giorni d’amore e passione.
Io avevo solo dodici anni e quel giorno il mio cuore si aprì ad un sentimento nuovo: l’adorazione senza se e senza ma. Questo mio rapporto a senso unico si protrasse, tra alti e bassi, per anni. Molti anni. Troppi anni per non definire questa mia cotta adolescenziale una patologica ossessione.
Boris frequentava algide modelle? Ed io simulavo indifferenza. Boris si fidanzava con un’attrice brava e intelligente? Ed io mi fingevo orgogliosa del mio pupillo e dei suoi gusti nient’affatto scontati o volgari. Boris si sposava con suddetta sgnacchera? Ed io mi piantavo sul viso un paretico sorriso, mentre in realtà dentro di me divampava il fuoco della folle gelosia.
Questo mio amore, oltre a procurarmi il continuo dileggio di chicchessia, risvegliò in me anche una forte curiosità verso la cultura tedesca. Ad esempio per l’esame di terza media feci un lavoro interdisciplinare che partiva da Goethe, attraversava 50 anni di storia Europea e finiva con un doppio tuffo carpiato nelle torbiere della Foresta Nera. Una roba tutta scritta a macchina, tac-tac-tac, con i calli agli indici e il bianchetto sniffato nei momenti di sconforto.
Poi, crescendo, in vacanza mi applicai a rimorchiare solo ragazzi tedeschi perché, non potendo avere l’originale, mi concentravo su pallidi surrogati. Surrogati a cui non risparmiavo i particolari della mia crucca fissazione. Surrogati che scappavano terrorizzati dall'italiana squilibrata.
Ed, inoltre, nella mia cameretta conservavo una vera e propria collezione di vocabolari tascabili tedeschi e mini grammatiche. Ero troppo pigra per imparare la lingua come si deve, ma imbattibile sulle frasi idiomatiche e gli inutili modi di dire.
Insomma: una pazza fatta e finita.
Ovviamente con gli anni questa cosa andò un poco stemperandosi, non che certe passioni uno riesca mai a spegnerle completamente, ma crescendo di solito ci si fa una vita e si acquista consapevolezza delle proprie follie, e di come sia saggio reprimerle o almeno nasconderle se non si vuole finire alla neuro.
Fatto sta che, nel momento del bisogno, nel momento in cui la mia giovane vita sembrava perdere i pezzi, io non ebbi alcun dubbio e scelsi la mia destinazione: la Germania. Non per trovare Becker. Non per trovare marito. Ma per ritrovare me stessa.
E Germania fu. Anzi in realtà fu molto meglio. Fu Berlino.
(*)Formidabile tennista tedesco tra gli anni '80 e '90. Non è mai stato bello ma a quei tempi aveva il suo perché. Attualmente è il classico ex atleta bolso e con pochi argomenti di conversazione, ma ciò non m'impedisce di seguirlo comunque su twitter. Ovviamente.
Continua...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Pancrazia in Berlin - Il Ritorno
Poche righe per avvertire i lettori distratti e i passanti ignari che dall'altra parte, su Radio Cole , sto raccontando il mio ultimo vi...
-
L'ultimo giorno a Berlino, Massimo mi aiutò sedendosi sulla valigia. Valigia che altrimenti non sarei stata assolutamente in grado di c...
-
"Non sono sicuro che tu sia la donna della mia vita. Prendiamoci una pausa di riflessione." Furono queste le parole con cui comin...
-
Io dell'Erasmus non mi sono fatta mancare proprio niente. Dalle cose più frivole e superficiali: come il cambio di look e il piercing al...
Cosa significa Schatz? In tedesco so dire soltanto "Ciao, sono Ross e mi piace il würstel". Che poi, anche se sono vegetariana, è tutto l'indispensabile se come hai scritto si vuole andare in Erasmus per accoppiarsi come ricci... :D
RispondiEliminaSchatz significa tesoro. Quindi il titolo si può leggere in due modi. Sia "Boris, tesoro mio". Sia "Boris, il mio tesssoro", stile Gollum, con la voce tipica da pazzo ossessionato.
EliminaChe io sembro una cretina e basta, ma in realtà sono una cretina capace di abili sottigliezze :D
Stupendo! Mi viene voglia di raccontare una storia quasi simile ma molto meno intensa che riguarda una cantante sublime. Sigh!
RispondiEliminaBenvenuto!
EliminaDai racconta daiiiiiiiii
Beker eh? Beh dai per essere un tetesko di Cermagna non è poi tanto malaccio ;o)
RispondiElimina...o comunque meglio del biondazzo dei Modern Talking...
Da giovane io lo trovavo belloccio ma secondo la maggiorparte dei miei amici ero accecata dall'amore! :P
EliminaParli sempre dell'aitante Boris, nevvero? Rassicurami, ti prego!!!
Eliminaahahaha ma certo, rassicurati.
EliminaSto blog è magnifico, dico davvero!! Ora vado a leggermi anche tutti gli altri post! Sto programmando anch'io un salto da quelle parti... intanto in vacanza, poi si vedrà... :)
RispondiEliminaQuanto entusiasmo, grazie davvero!
RispondiElimina