giovedì 8 marzo 2012

3. La valigia come forma d'arte

Chiunque abbia fatto l’Erasmus lo sa: fare stare nei canonici 20 kg di bagagli lo stretto indispensabile per sei mesi all’estero è un’impresa che richiede nervi saldi, creatività, elasticità mentale ed una certa dose di lucida follia.

In primo luogo bisogna selezionare. Decidere cosa sia davvero utile e insostituibile e cosa no. Le scarpe preferite? Impossibile rinunciarvi. La tinta per rimanere fintamente e sfacciatamente bionda? Più importante delle aspirine. Il top da panterona? Mai senza. La moca e il parmigiano? Certo. Sarà patetico ma ognuno ha pur diritto alle proprie perversioni.
Il secondo passo consiste nell’armarsi di santa pazienza e procedere al riempimento della valigia con la stessa precisione che richiederebbe un’opera ingegneristica. Nulla può essere lasciato al caso, tutto deve essere incastrato al millimetro e pesato fino all’ultimo etto: bisogna piegare ed arrotolare, mettere i capi pesanti sotto e quelli più leggeri sopra, infilare i calzini dentro le scarpe e disporre ciò che avanza come un florilegio ad ornare il tutto, e soprattutto ad occupare gli spazi morti.

E quando alla fine, inevitabilmente, nonostante le rinunce e i calcoli, qualcosa sembra destinato a non trovare posto, rimane l’ultima possibilità, la risorsa estrema, l’uscita d’emergenza. Lo si indossa durante il viaggio.
Il piumino a settembre? Quattro paia di mutande? Bracciali, collanine ed anelli? Sì. Sì. Sì.
Fino ad assomigliare all’omino Michelin bardato come la Madonna di Pompei? Certo, perché no?
Se si ha l’opportunità di vivere un’avventura fantastica, come sei mesi all’estero, si deve pur essere disposti a rinunciare a qualcosa: al proprio senso del ridicolo, per esempio. Io il mio lo lasciai al check in dell’aeroporto di Caselle e non sono mai tornata a ritirarlo.

Cari futuri Erasmus che state leggendo queste memorie, non allarmatevi inutilmente. Per quanto le valigie possano sembrare piene, per quanto appaiano pesanti come macigni, per quanto ci si possa sentire ridicoli, bisogna star sereni e non preoccuparsi.
Al ritorno sarà peggio.


N.d.A: mi dispiace per chi di voi l'ha già letto. Ma questo capitolo, secondo me, "funzionava" già nella versione originale e quindi è stato modificato solo impercettibilmente.

Continua...

10 commenti:

  1. Eccome se funziona. Mi ha (ri)fatto ridere di gusto!

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  2. io ho riso in maniera impercettibilmente differente. ;)

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  3. Io quando ho fatto l'Erasmus in Spagna (ebbene sì...) sono partito con un trolley. A Natale ho recuperato una giacca "pesante". Al ritorno ho dovuto spedire due pacchi enormi pieni di roba che avevo accumulato nel frattempo. Comprarsi un'altra valigia, no! :)

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  4. Io a 25 anni feci il Servizio Volontario Europeo a Salisburgo e partii in treno, quindi senza limiti di peso in valigia. Non avevo granchè idea di come regolarmi su che cosa portare e che cosa no e così, da brava donna, portai tutto. Avevo 4, dico QUATTRO valigie stracolme e ciascuna di 25 kg, che ho dovuto trascinare dal vagone in cui sono salita a quello dove avevo prenotato il posto e poi anche alla stazione di arrivo. Sudavo come un'ossessa e ho fatto la figura della deficiente davanti a tutti i passeggeri, che si saranno chiesti: ma questa trasloca in Bolivia? Arrivata a Salisburgo incontrai gli altri volontari, quasi tutti giunti in volo. Ed infatti erano dotati di striminzite valigie in cui però erano riusciti a far stare praticamente tutto il loro guardaroba grazie agli incastri. Finì che loro sfruttarono adeguatamente tutto quanto avevano portato e io usai un quarto della metá della roba, perché tutto il resto era totalmente inutile (il maglione verdone col cervo beige lo porto, non si sa mai, magari si va a sciare...sciarpe ne prendo due, che magari le abbino a seconda delle scarpe). Mannaggia a me.

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  5. Ciao Cara Pancrazia, dopo un Erasmus a Karlsruhe sto facendo un periodo a Monaco di Baviera (sono arrivata da pochi giorni). È molto bella l'idea di rivivere un Erasmus anni dopo, chissà che nostalgia...

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    1. Ciao Federico e benvenuto tra queste pagine!
      Magari li conosci già, ma ti consiglio due letture mooolto interessanti, altri due italiani a Monaco: http://dieitalienerin.wordpress.com/ e http://torquitax.wordpress.com/

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    2. In effetti li conosco già ma grazie comunque. Ora ho finito di leggere tutti gli interventi, attendo nuovi post!

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